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In un’isola che apparentemente sembrava offrire pochi spunti per la fotografia animalistica, dopo una serie di scatti di routine, tra case bianche e blu, spiagge assolate, praticanti di kitesurf , tramonti e resti archeologici ecco comparire, mimetizzati anche dalla luce del pomeriggio, dei piccoli involucri trasparenti e spettrali che, invisibili agli occhi dei bagnanti, distratti dal divertimento, hanno attirato la mia attenzione.
Inizialmente pensavo fosse un caso, ma quasi tutti gli alberi della pineta che affacciava sulle spiagge di Kalithea erano diventati dei cimiteri per decine e decine di insetti che avevano lasciato, attaccato alla corteccia, il loro precedente corpo.
Mentre i miei amici restavano inorriditi e quasi spaventati a quella vista, io ero affascinato nel vedere come la natura, ancora una volta, fosse precisa e meravigliosa.
Gli involucri ninfali erano aperti sul dorso, spaccati precisamente al centro e lasciavano intatta il resto della muta, tanto da intravedere minuscoli peletti sulle zampe che terminavano con piccoli uncini ancora neri. La forma era quella di un insetto simile ad un’ape o un calabrone, ma senza ali. Solo successivamente, con mio grande stupore, documentandomi su internet, sono venuto a conoscenza che quel corpo, ormai abbandonato, avrebbe generato una cicala…
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